Mi hanno sempre intrigato i giardini nascosti, e ciò che sta celato sotto le grandi fronde alberate. La curiosità che nasce dall'inaccessibile, dal privato, mi stimola ad immaginarmi cosa ci potrebbe essere oltre un muro, un edificio sacro o degli alberi molto alti. Nell'opera giardini ed orti si fanno posto tra gli edifici, dove risalta un vecchio monastero. Attorno a questi luoghi cultuali costruisco il mio mondo, dove cerco di mettere ordine, di fare posto a ciò che mi evoca ricordi o sensazioni, e ciò che costituisce il paesaggio, alla fine, è ciò che rimane di questo trambusto compositivo. Il titolo rimanda alla duplice "organizzazione" come costruzione dell'immagine e come riferimento alla disposizione dei ruoli della vita comunitaria e religiosa.
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celeste,
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