ATLANTE PER UNA GEOGRAFIA EMOZIONALE - narrazioni visive

ATLANTE PER UNA GEOGRAFIA EMOZIONALE - narrazioni visive

«Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre
ma nell'avere nuovi occhi».
Voltaire
Un’antica mappa francese intitolata Carte du pays de tendre (Carta del paese della tenerezza), disegnata da Madame de Scudéry nel 1654 per illustrare il suo romanzo Clélie, ha dato inizio a una nuova tendenza: dare immagine a una «geografia del cuore», raccontare i paesaggi come atmosfere dell'animo in una sorta di GEOGRAFIA EMOZIONALE in cui la realtà dei luoghi si mescola alle suggestioni e ai sentimenti. Capita a volte che il viaggiatore che ama assaporare con i sensi e con l’intelletto ciò che si offre alla sua vista e alla sua esperienza, sia portato anche a inventare storie. E’ questo il focus del mio progetto: creare un Atlante che possa visualizzare le sensazioni che provengono dai luoghi visitati e fotografati, anche delocalizzando personaggi e mescolando contesti con l’aiuto delle tecniche digitali. E' un modo di attraversare tempo e spazio come esperienza vissuta e come desiderio di scoprire nuovi scenari, è un’immersione in una percezione fotografica - quasi teatrale o cinematografica - del paesaggio. Mi piace pensare a un’idea “tattile” di un luogo, a un’interazione tra spazio e corpo che gli dia nuovo senso. In una visione che, più che antropologica, è visionaria, al confine tra realtà e finzione.

Iniziamo a sfogliare il mio Atlante: il sipario si apre, benvenuti a Petra, Giordania.

Ancora in Giordania: cosa accade nel Castello dei Crociati di Kerak? Una Deposizione in fuga? Ma i giovani attori del tableau vivant li ho visti esibirsi nelle strade di Napoli…

Seguitemi in India. Nel Forte Amber la giovane Gayana sogna di essere una principessa, di uscire dall’ombra danzando e mostrando a tutti il suo bellissimo gioiello porta-fortuna navaratan.

Danzare… a Jaipur è bello seguire le note di una musica con agili membra e pensieri di farfalla nella sera che avanza.

A Orcha, una Madonna fiorentina veglia sulle donne al lavoro. Tra poco il giusto riposo.

A Pompei, Angiolino medita sul destino della città. Per fortuna la sua nuvola è morbida e se la può prendere comoda.

Nelle saline di Trapani si aggirano inquietanti presenze nelle notti di luna piena.

Un volo e siamo a Chicago ad ammirarci nelle superfici curve nel Millennium Park di Frank Gehry senza lasciarci intimidire dall’avanzare di una Nike alata con la testa immersa in una Campbell’soup. Classicità e consumismo, conflitto di miti?

Di mito in mito, eccoci al Vesuvio. Lava bollente e roccia nera alimentano incubi e storie…

E con un altro mito antico chiudiamo le pagine del mio Atlante: nella grotta della Sibilla Cumana, a pochi chilometri dalla mia casa. La fanciulla dagli echi caravaggeschi annuncia qualcosa con la sua piccola tromba. Il viaggio è forse alla fine? ma no, signori, il mio Atlante ha ancora tante pagine e tante ancora ne accoglierà. Ma il punto è questo: non è necessario andare lontano; è possibile essere geografi e narratori anche senza muoversi dalla propria città. Quindi il progetto si allarga e si trasforma in invito a promuovere una grande call for artist per costruire un fantastico Atlante per una Geografia emozionale.

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