L'ULTIMA CENA
Nel particolare lo vediamo seduto dinanzi ad un tavolo con i resti della cena e intento a brindare mentre tiene nella mano destra un boccale, presumibilmente pieno di vino (deducibile dalla bottiglia posta sul tavolo), mentre con l’altra saluta, consapevole del fatto che sia arrivata la sua ora. Sulla spalla è poggiato un uccello con la testa d’avvoltoio che simboleggia la morte stessa.
La scultura ha come elemento fondamentale il movimento: apre e chiude la bocca accompagnato da un suono agghiacciante e al tempo stesso derisorio nei confronti della morte, come volesse beffarsi di lei. Alza e abbassa un braccio per brindare, l’altro per salutare. L’uccello, posto sulla sua spalla, gira la testa da destra a sinistra come a voler controllare e osservare la situazione generale.
Suono e movimento si attivano al passaggio del fruitore attraverso un apposito sensore, per far in modo che lo spettatore arrivi di fronte all’opera impreparato a ciò che accadrà; vuole creare un sobbalzo nel fruitore.
Realizzata attraverso l’assemblaggio di metalli riciclati, con l’inserimento di parti meccaniche per permetterne il movimento.
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