Dicono le ninfe:"Noi siamo sempre state qui, sei tu che non ti eri accorto di noi"
2015 - stampa digitale su pvc microforato e su plexiglass, luci a led - 200x100cm
Testo a cura di Furio Donato Do Nascimento:
"Davanti a noi possiamo vedere, in una rappresentazione condensata, sotto un cielo tetro e minaccioso, le piu’ normali ed ordinarie attivita’: gli uomini lavorano tra calce , piloni, reti , pale e picconi in un paesaggio coperto e snaturato dal progresso economico e produttivo. All’improvviso le nuvole si diradano, una forte ed avvolgente luce rischiara il paesaggio, sconvolgendo la rappresentazione il velo impersonale della produzione e’ sovrastato. Di colpo una realta’ remota e misteriosa riemerge implacabile.tritoni e sirene in potente corteo, risalendo dai fondali dove erano stati relegati, rivedono la luce; il satiro, correndo spaventato dai boschi di cemento rivela la sua silvana figura, aggredendo gli operai invasori del suo regno; le dolci ninfe invasate in un feroce compasso strappano libre di carne, in pena per ogni fiore soffocato dal cemento.
C.G. Jung sosteneva :“gli dei sono diventate malattie”, ovvero l’uomo contemporaneo rapito dalla vita ipertecnologica ha dimenticato e rimosso l’elemento spirituale e divino dell’esistenza, quei numi polimorfi da onorare e temere.Cosi’ facendo la moltitudine di divinita’, rimaste sepolte, agonizzanti ma ancora vigili, si ribellano e agiscono in modo sotteraneo, latente, e a poco a poco fanno risuonare il loro urlo potente tramite le nostre ansie,le paure inconsce e misteriose , tramite i nostri complessi e malattie. Questa rivelazione e’ rappresentata nella parte celata dell’ opera:quella inferiore, profonda, che riguarda la sfera inconscia delle nostre esistenze, visibile solo tramite una metamorfosi, una ricerca dell‘anima, una luce interiore rivelatrice, la quale fa riemergere dal loro torpore le antiche divinita’."
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