Identica visione

Identica visione

Il gesto tensivo orienta lo sguardo verso l’interno del corpo, l’oggetto di riflessione muove, dunque, dagli organi interni agli organi di senso: due denti del giudizio esposti a giudizio, in equilibrio, indicano un rapporto dialettico di peso e sospensione, di vicinanza e distanza, di apparizione e sparizione del corpo. L’azione, infatti, è affidata al gesto che da una parte avvolge e tiene insieme, dall’altra mette in forma, si fa corpo: è il peso da cui il gesto agito, agisce ancora. I denti, l’identità parlante compresenti all’atto della sparizione del corpo, ora sembrano guardare fuori dal corpo in una sfida conturbante. Il librare della bilancia, rimanda all’instabilità e alla costante rimessa in discussione cui è indotta la contemporaneità.
Identica visione, indaga attorno ai quesiti quali l’identità, il corpo, lo sguardo; chiama in causa l’atto del vedere, evidenziando il processo tecnologico dello sguardo, guida il pubblico nell’esperienza fisica del suo significato. Il farsi e rifarsi stesso dello sguardo è messo in discussione anche dal soggetto che guarda, nonché dalle condizioni volontarie e involontarie, consapevoli e inconsapevoli all’atto di vedere. La presenza dello spettatore, attiva associazioni mentali e variazioni percettive di senso. Identica visione è il manifestarsi della visione fenomenologica che nell'atto necessario del rivelarsi, ridefinisce la sua identità, divenendo così una possibile verità oggettiva. Il mistero dell’identità, la praticabilità della visione nel gioco della mimesi, sono oggetto di indagine primaria, un gioco nel suo stesso farsi gioco.

Giuliana Storino

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