Stoccolma
Il bisogno di un ritorno alla manualità è un punto d’interesse di questa mia ricerca. La materia, il toccare. Far ritornare le mani protagoniste del mio lavoro e insieme la necessità di riflettere su ogni gesto che è spesso irreversibile. Da qui, il desiderio e la curiosità di sperimentare un mio linguaggio che sviluppi la creatività dell'immagine, sfrutti le risorse dell’elaborazione al computer e infine si traduca nella composizione del soggetto sfruttando le potenzialità della pittura e della sua materia.
Ho tracciato il campo di lavoro e l’ho indirizzato nell’ambito della pittura bidimensionale. Una pittura piatta, poco interessata alla prospettiva, alla profondità, alle ombre. L’insieme compositivo richiama la stampa serigrafica nelle sue qualità decorative basate sul segno applicato direttamente sulla matrice. Qui il procedimento di lavorazione è diverso: parto dalla matrice (campiture) elaborandone le qualità grafiche attraverso il segno e conservando sul supporto le tracce della lavorazione.
La scelta dei soggetti e la loro narrazione hanno un legame profondo con le mie sensibilità: i treni e i tram che rappresento sono come frammenti di uno storyboard incompiuto di cui si sia perso l’incipit e l’epilogo o un fotogramma di una pellicola. Racconti che si fermano in una sospensione temporale che è al tempo stesso riflessione, nostalgia. Ne nasce un mondo silenzioso, capace di parlare senza alzare la voce.
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