ADEPS IMPERAT

Quest'opera nasce dall'esigenza di creare un totem, un oggetto di devozione, una figura super partes che stesse seduta su un trono, lì in alto, a rappresentare qualcosa in cui credere. Quello che era sicuro è che doveva essere una forma verticale. Volevo che si avvicinasse il più possibile ai totem delle popolazioni americane; pensavo a quelli, alla piccola scultura-totem incisa in un pezzo di legno che ha realizzato mio padre e alle statue delle divinità orientali, tipo Shiva..mi hanno sempre affascinata quelle immagini. Trovo che l'unica posizione in cui possono stare sia quella: seduta. Non sapevo che aspetto dovesse avere la mia divinità, pensavo ad un essere ibrido, mezzo uomo, mezzo animale, magari con la faccia di elefante e la proboscide al posto del naso..gli animali sono sempre più interessanti delle persone. Mentre lavoro l'argilla mi rendo conto che la divinità ha già un corpo e ben definito! E' un corpo di donna, grasso. La faccia è tremendamente lunga, c'è troppa pasta lì in alto. Così prendo un coltello da cucina dentellato e taglio una fetta di faccia che rimane attaccata alla lama. Ha la forma di una calotta e decido di posizionarla dietro la nuca. E' una cuffia da piscina! Davanti è rimasta la sezione del taglio che è la visiera perfetta di una maschera da sub! Ci sono anche i riflessi! La magia è talmente riuscita che decido di calzarle le pinne e circondarla di pesciolini argentati.
p.s.
La scultura è cava. All'interno ho creato un piccolo contenitore, sempre di argilla, in cui appoggiare un carbone ardente e dei cristalli di incenso, quello che usano in chiesa, che a contatto con il carbone ardente sprigiona un denso fumo bianco che esce dal trono della divinità, grazie ad un foro.
Perché questa scultura viva, è necessario alimentare questo meccanismo, offrendole la nostra devozione, almeno una volta al giorno. Si viene così a creare un rituale animato, intorno all'opera.