Think to play
la pittura quindi diventa un'altra dimensione di incontroscontro tra il mondo del videogioco che replica fedelmente la realtà, e l'uomo che si astrae per diventare ciò che la realtà non gli permette di fare o per essere ciò che la realtà mediatica suggerisce.
Ed ecco che il videogioco diventa fatto di cronaca, e la cronaca gioco, assottigliando sempre più la linea di confine tra reale e virtuale fino all'anestetizzazione e alla cancellazione delle emozioni come il dolore o addirittura la morte che diventano il quotidiano e la normalità, un rituale ripetitivo e naturale, forse l'ultimo e l'unico ostacolo al completamento del nostro game.
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