Lapsus calami imago
Il termine, coniato nel Rinascimento, veniva usato per le piccole sviste in cui poteva
incorrere il copista in sede di trascrizione, indicando perciò un tipo di errore materiale.
L'equivalente del lapsus calami nel caso dei testi a stampa è il refuso tipografico.
Oramai non si scrive quasi più a penna e il refuso diventa così volontario e soprattutto virtuale, diviene
immaginazione, imago da tastiera e cambiamento interiore.
Questo lavoro, composto da 35 (tra i 300 complessivi) refusi volontari, vuole porre l’attenzione soprattutto sul mondo sociale e politico attraverso parole riscritte, riadattate, ritemperate a tastiera.
La fotografia, naturale contrappeso all’occhio, dis/toglie dalle parole o forse le interroga ancora più nel profondo dell’errore e dell’omissis.
Sbagliare è umano, farlo volontariamente è la via al nuovo umanesimo.
C-print 15x15 cm. cad., glowtext editor - 2014/15
3 più 1 copia d'artista.
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