Viviamo in una realtà in continua evoluzione, dove emergono linee culturali innovative, originali, mentre l’universo è reso ancora più aperto dall’effetto delle nuove tecnologie e la realtà quotidiana ci costringe a nuove sfide, in cui costante è il nostro tentativo di ricollocarci all’interno di una dimensione mutevole, poiché la ricerca di senso nella rappresentazione e nella narrazione di sé necessita di significati costanti. La logica della rete ci mette nella condizione di rincorrere il nostro tempo e con esso le nostre emozioni, il nostro sentire. La vitalità delle opere traduce in arte gli aspetti positivi della natura umana, ma rimanda anche prepotentemente alla complessità e al dramma dell’esistere. E allora l’essere umano appare. L’individuo affiora dalla tela, così come affiora fra numerose incognite nel tempo il cui segno distintivo oggi più che mai è l’apparenza, a cui non corrisponde un radicato senso dell’io. Siamo uomini e natura insieme, solo vivendo al ritmo della natura, ascoltando la terra e respirando l’altezza dell’infinito che reca in sé l’indicibile e l’incognito, con la consapevolezza che la vita una e che alla sua totalità non si può aggiungere o togliere nulla, possiamo rigenerarci, seppur fragili.
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celeste,
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