Dormiente luminoso

Ho immaginato un villaggio costruito su palafitta, come se gli abitanti dovessero in qualche modo difendersi. Il paesaggio è costituito da una selva di piccoli letti, un dormitorio a cielo aperto.
Il fondo è un lago disseccato da cui affiorano foglie secche, carcasse bianche di piccoli animali. Dalla palude riarsa si ergono come canneti, alti giacigli rigonfi d’acqua, bozzoli luminescenti con dentro qualcosa allo stato embrionale: un sonno, un letargo, forse un’attesa.
I letti sono congegni per raggiungere il varco; veicoli, mezzi di trasporto, le cui autorimesse sono dormitori, stanze d’albergo, colonie - che in Shining box vengono sezionate e rimontate dietro formelle di cotone: lenzuola che parlano attraverso la luce. Il corredo dei letti è ricavato da coperte, lenzuola e indumenti provenienti da vecchi alberghi. Lana e cotone, supporti impiegati per la cattura dell’elemento organico umano, costituiscono il documento dell’opera, la reliquia.
Gli studi teorici della produzione sono contenuti dentro formelle in rame - Studi per l’edificazione di una città dormiente - deposti in ulteriori scatole consunte, come se anch’esse fossero state ritrovate sotto una coltre di terra a riposo.