Somewhere over the rainbow

Somewhere over the rainbow

Descrizione dell’opera
L'opera consiste nella gigantografia di un frame del film “The wizard of Oz” (1939) di Victor Fleming, che racconta il viaggio in sogno della protagonista Dorothy nel mondo di Oz.
Il frame riprende il momento del film in cui Dorothy canta “Somewhere over the rainbow”, canzone lanciata dal film, scritta dal compositore di origine ebraica Harold Arlen, e divenuta poi famosa e ormai insostituibile nel patrimonio musicale e culturale mondiale.
Quest'opera, in particolare, richiama alla canzone e al film d'autore, per focalizzare i temi di vita personale nel significato assunto dall'elaborazione collettiva della società contemporanea. In prima istanza, la ricerca di Chiesura vuole approfondire alcuni caratteri dell'immagine filmica nel loro valore per la comunicazione di massa e per il subconscio collettivo. Nel fotogramma si ritrovano alcuni aspetti creativi legati all'esperienza personale di Chiesura che, cercando le ragioni di una scelta personale di vita in motivazioni trascendenti, si confronta con la forza espressiva di motivi musicali e composizioni che hanno accompagnato il progresso del mondo occidentale. Chiesura ritrova tale efficacia musicale in spartiti scritti da musicisti di origine ebraica, in cui la capacità compositiva sembra avere una forte componente vocazionale e soprattutto di predestinazione divina.
Questa ricerca del destino, nelle sue forme, pone Chiesura di fronte alla scoperta della forza della religione, ma anche alle difficoltà pratiche della vita quotidiana che siano coerenti con essa. Questo momento rappresenta ancora una fase ottimistica precedente all'incontro dell'autore con persone di Chiesa, che lo hanno deluso per capacità di comunicare e di mettere davvero in pratica il messaggio evangelico.
Nell'opera sono presenti i riferimenti all'idea di confine come labilii e sottili distinzioni tra realtà e sogno, tra realtà e finzione, tra ricerca interiore e destinazione sociale, cammino individuale e condiviso, cammino spirituale e sforzo umano, tra desiderio e volontà, tra aspirazione e possibilità, tra natura e immaginazione.
Il teorema matematico trascritto sul fotogramma è invece un teorema dimostrato, con metodo non algebrico, dall'artista: è il suo intervento sull'aspetto figurativo nel quale vuole lasciare la traccia della sua rielaborazione concettuale al confine tra arte e matematica. In poche parole, l'affermazione del teorema, fortemente rigorosa, trova il suo spunto nella volontà di privare anche una formula matematica dei suoi fondamenti socialmente riconosciuti, per scoprirne il valore recondito esistenziale e sociale. L'artista trova il proprio spazio vitale in questa ricerca apparentemente sterile, ma è in queste rappresentazioni che si riappacifica con il mondo.

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Commenti 1

maria cerentin
9 anni fa
maria cerentin Artista
Geniale!

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