Quella che guarda lo spettatore è una donna vecchia, segnata dalla malattia, ma le sue labbra serrate, il suo sguardo accigliato e severo la rivelano ancora ostinata e non conciliata con la vita. La luce imbianca metà del suo volto, rende azzurri i capelli ingialliti, disegna le pieghe sul velluto blu della veste, accarezza una coperta infeltrita. Con questa ossessione realistica che cerca di catturare ogni ruga, ogni variazione di materia, ogni ombra, contrasta un fondo piatto, di un magenta innaturale e violento: su di esso la figura si staglia come se fosse una foto ritagliata, e non la vista di un corpo vero. Il mio sguardo sulla realtà si muove fra un massimo di attenzione alle cose come sono, e il filtro di una percezione tutta mentale, in cui gli oggetti mi appaiono già come immagini riprodotte e artificiali.
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