Sub.lime
Partendo dal rayogramma a grandezza naturale del mio corpo, ho fissato dei punti limite necessari e sufficienti a rendere riconoscibile la fisionomia umana. In corrispondenza di tali punti ho cominciato a costruire un nuovo corpo, frutto dell’ibridazione del reale col processo artistico, agendo in modo automatico, appendendo piccoli pesi di piombo usati per la pesca a dei fili di nylon.
Considerando che un oggetto è maggiormente individuabile sotto forma di ombra, se visto di profilo e di fronte, mi sono servita di questi due piani incrociandoli tra loro. Tale procedimento ha dato come risultato una scultura pensile soggetta a diversi punti di vista: uno frontale, uno laterale e uno di sbieco, quest’ultimo proiettato da una luce su un fondale neutro, a ricostruire la profondità che sembrava perduta.
Il vuoto che sta tra le palline di piombo viene riempito dal passaggio delle persone e dall’architettura del luogo che ospita l’installazione. L’ideale sarebbe immaginare l’opera appesa nel cielo, proiettata dalla luce puntiforme del sole su una nuvola che per caso passasse di lì a far da schermo…
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