Riflettendo sul suono, la forma e la funzione sacrale del sistro, mi sono ritrovata a immaginare noi stessi come a un Sistro. Un Sistro fatto di ossa craniche e cervicali, con neuroni al posto delle placchette tintinnanti, che una volta scossi dalle vibrazioni musicali non solo ricevono impulsi trasmessi poi al resto del corpo, ma anche creano effetti di risonanza tra l’essere umano e tutto ciò che lo circonda. La ricerca dell’unione e della trasmissione cosmica del tutto nel tutto viene riecheggiato dai pianeti liberamente disposti lungo i dendriti che abbandonando i limiti fisici si trasformano in onda - sonda sonora. In quest’ottica il sistro di Hator che viene a trovarsi in ombra tra il sistro di ossa e la nostra galassia, rappresenta il simbolo della potenza mediatrice della musica all’interno della nostra vita, anche quando non ce ne rendiamo conto.
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celeste,
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