Tempi di Famiglia #3
Tutto il mio lavoro nasce dal recupero di vecchie fotografie trovate nei mercati di antiquariato o abbandonate nei cassetti. Ho sempre avuto il bisogno di rovistare e impossessarmi delle fotografie di altre persone, senza che ci fosse nessun legame con la foto stessa infatti, non vi era alcun sentimento, la trattavo come semplice immagine.
Da qui sono nate una serie di cicli:
Tempo aureo, (2009) è composto da un album di famiglia e da alcuni negativi stampati su vetro trovati a Monaco di Baviera mentre rovistavo nei tipici Flohmarket che si trovano in giro per la città.
Tempi di me, (2010) è una raccolta di immagini di un album di famiglia trovato durante un mio viaggio a Londra. Sotto ogni fotografia vi è la didascalia con il nome delle persone ritratte e sotto l’immagine della proprietaria dell’album c’è scritto: Me.
Tempo off, (2011)sono immagini trovate nel mercatino d’antiquariato a Bologna, in negativo e digitalizzate in positivo.
Tempi di Ivana (2011) è una serie incompleta, ma è l’unica in cui scavo nella mia memoria e mostro alcuni affetti personali.
Sicuramente l’elemento “ossessivo” che viene ripetuto più volte soprattutto
nei titoli dei miei lavori è il tempo; non a caso spesso definisco le immagini
che realizzo con il titolo di Tempografie.
Infine vi è il progetto Tempi di Famiglia (2012/2015): consiste in fotografie scattate da me, e quindi non più estratti di fotografie “trovate”. Per la prima volta divento io stessa autrice e
fotografa dei miei lavori scegliendo i soggetti da ritrarre, soggetti che hanno nel loro aspetto una qualche particolarità e una nota di richiamo al retrò. I soggetti sono messi sullo stesso livello abbattendo la scala gerarchica tipica delle famiglia di una volta. La caratteristica della singolarità sottolinea inoltre la disgregazione moderna a cui è sottoposta, a volte, la famiglia. L'aureola diventa un punto focale che mette in evidenza la singolarità di ogni individuo, ma è l'elemento che ci ricorda che siamo inevitabilmente legati al tempo, si riferisce ad un profilo fragile e decadente del passaggio inesorabilmente al quale siamo destinati.
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