L'opera capovolge la prospettiva contemporanea del vedere senza guardare, della pigrizia dell'occhio stanco da tante solecitazioni. Lo scatto fotografico si riduce ad un frammento di memoria che spesso è archiviato e non trova neanche la sua ultima ragione in una stampa da poter condividere con gli altri. Tutto è presente in modo virtuale, in fieri ma non c'è mai contemplazione, riapprorpiazione del momento fotografico, riattivazione della memoria attraverso uno sguardo attento. "Non ti muovere" è un tentativo di rintracciare la propria storia attraverso ricordi di famiglia che il tempo frenetico allontana rapiti dalla vorticosa illusione tecnologica che tutto è sempre vicino, il passato, il presente e anche il futuro. La tecnologia ci affascina con le infinite possibilità così che ogni situazione fotografata può essere salvata, ritrovata, corretta, cambiata, perfezionata come se potessimo sempre riapprorpiarci con un click di tutto il nostro tempo, la nostra memoria, le nostre più intime emozioni, i lenti cambiamenti. L'opera realizzata con piccolissime stampe visibili attraverso una lente di ingrandimento obbliga lo spettatore a prendersi del tempo per poter seguire il racconto fotografico mentre percorre uno spazio temporale e un luogo fisico. "non ti muovere" palesa la volonta' di una decellerazione della percezione visiva, un au rebour concesso soltanto a chi davvero è curioso di fermarsi, di prendersi tempo per cercare con l'occhio una traccia di vita e accogliere coon calma quello che l'immagine racconta. Guardare l'immagine, nell'immagine e oltre l'immagine con curiosità e tempo: il tempo della vita, delle cose, della trasformazione che la foto immortala e non restituisce più se non a chi sa osservare e ricordare.
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celeste,
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