Scarti di Famiglia
Provando uno strano senso di disagio in questa pratica, ho iniziato a riflettere in modo nuovo sulla profonda e rapida trasformazione dei sistemi di comunicazione ed interconnessione nelle nostre vite.
In particolare mi sono concentrato sull'uso spropositato d'immagini che, condivise da persone reali attraverso i loro profili digitali nei social network, raccontano dettagli di vita quotidiana. Si parla di auto-rappresentazione, che nel contesto sociale diventa auto-affermazione. Condivido: dunque sono.
Quindi anche la percezione dell'io vive una nuova rivoluzione.
La fotografia, in questa dimensione e nelle mani di miliardi di persone, può certificare l'identità del soggetto fotografato e del fotografo stesso, ma non garantisce la comprensione del reale. L'individuo-utente sceglie liberamente di raccontare solo quello che preferisce e di conseguenza la percezione dei fatti è alterata.
Pertanto, al pensiero di mio figlio, il mio grande interrogativo è diventato "che impatto avrà tutto questo oltre che sulla mia vita anche sulla vita del nuovo nato?"
Da qui l'idea del progetto "Scarti di Famiglia". Racconto la storia di una famiglia, nel quotidiano ed intimo anonimato. Le persone ritratte potrebbero essere chiunque, come anche i luoghi. Negli scatti fotografici non c'è impostazione, né imposizioni, ma solo una riproduzione di un momento di vita reale.
Il mio desiderio è stimolare una riflessione sull'entità di un cambiamento che coinvolge molti aspetti della nostra esistenza.
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