Nella buona e nella cattiva sorte
La Mia Famiglia.
In origine era una coppia. Lui le regalava fiori ad ogni appuntamento.
Poi sono divenuti marito e moglie.
Quindi padre e madre.
Poi è arrivata lei. La malattia.
Per quarant’anni i miei genitori sono stati insieme, per oltre metà di questo tempo c’è stata anche lei.
La malattia è stata a tutti gli effetti un membro della mia famiglia.
Ha pasteggiato alla nostra tavola con il corpo di mia madre, è scivolata fra le lenzuola del corredo prendendosi il nostro sonno. Lei c’era alla mia laurea e quando ci siamo trasferiti nella casa con il giardino.
Per tutto questo tempo, mio padre ha continuato a corteggiare mia madre con i fiori.
Non fiori comprati, ma figli cresciuti con orgoglio.
Non ha smesso quando la malattia si è portata via il sorriso di mia madre e le nostre speranze.
Un fiore ogni giorno a ricordale la sua bellezza. Un piccolo pezzetto di quel giardino che lei non poteva più uscire a vedere.
In questo progetto ho fuso fra loro alcune foto dei fiori del giardino curato da mio padre, con immagini al microscopio delle diverse malattie che hanno mutilato la mia famiglia.
A questi petali di cellule impazzite ho sovrapposto, poi, alcuni autoscatti. Porzioni della mia anima in frantumi e del mio corpo intatto. Ex voto di pelle, muscoli, sangue, capelli, lacrime.
Cinque mesi fa la malattia si è portata via mia madre.
Accanto alle sue ceneri mio padre stamattina ha adagiato il fiore più bello colto giardino.
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