The Holy Family
Hasselblad Film and Digital Editing
Printed on Paper
by Anna Casazza
Il primo riferimento si rifà all’icona della Sacra Famiglia. L’arte delle icone è una forma espressiva particolare dove si rende presente nel tempo e nello spazio il mistero del sacro, e la danza dei cerchi rappresenta l’unione tra i membri della famiglia. Così la famiglia si rivela il luogo in cui si promuove la luce umana, ogni persona e ogni luce che viene in questo mondo.
Il secondo richiamo viene dalla fotografia come atto di presenza. Un’attestazione che certifica realtà vere, false o costruite, passate o presenti. Il nucleo famigliare “è stato”, ma può non essere più. L’icona diviene un provino a contatto, dove le immagini che non vogliamo più vedere, risvegliano in noi le più forti reazioni (rabbia, nostalgia, dolore, malinconia), rendendoci ciechi.
Ecco che allora la prepotenza e la sovrabbondanza delle immagini digitali ci porta a non comprendere più quale è o quale sia stata la realtà. "come sta scritto: «Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire»." (Romani 11,8).
Il gesto del cancellare i volti con una penna, è un’atto di negazione della realtà rappresentata. Negare i volti per negare il ricordo del legame. Il segno umano si rivela l’unica via di uscita dall’alienazione dell’iper-autorappresentazione fotografica.
Commenti 1
Inserisci commento