"Scarti di umanità"

"Scarti di umanità"

“La famiglia, motore e perno della società, è una e indivisibile, formata da un uomo e una donna”.



All’interno di una società come quella “Occidentale” contemporanea, dove cose, persone, idee e sentimenti si ridefiniscono costantemente, dove le distanze si accorciano e la storia sembra non avere più senso, dove tutto è sostituibile e gli elettrodomestici guasti si buttano e niente più si ripara, questo sopra sembra essere uno dei pochi capisaldi che resistono – ostinati – al cambiamento.



La mia foto vuole smascherare questo concetto, vittima come molti altri di quello che il filosofo del ‘500, Michel de Montaigne, chiamava processo di “stabilizzazione delle nostre idee e dei nostri costumi”. Un processo secondo cui tutto ciò che esce dai cardini della consuetudine, ovvero da ciò che è generalmente e culturalmente accettato, viene giudicato fuori dai cardini della ragione, quindi ritenuto “contro natura”. Scarti di umanità, niente di più.



Il concetto di “famiglia”, come quello di “cultura”, “etnia”, “identità”, … non è altro che un’invenzione culturale creata dall’uomo nel tentativo di definire sé stesso e il suo gruppo d’appartenenza.



Voglio allora liberarmi dalla consuetudine, dalla paura del diverso, da tutte quelle costruzioni culturali monolitiche ed etnocentriche, perché credo che solo grazie al confronto con l’Altro l’essere umano possa prendere coscienza di sé, delle proprie debolezze e dei propri limiti, in altre parole evolversi e migliorare.



Quella di oggi non è meglio né peggio della famiglia di ieri o di quella che sarà la famiglia di domani, tutte queste famiglie sono semplicemente diverse.



Vedere il concetto di “famiglia” come un artefatto ben confezionato ha tanti vantaggi: uno di questi è quello di potersi plasmare e rimodellare di pari passo con i cambiamenti che investono le diverse società.

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