THE FLOW
L’esperienza famigliare è un flusso in continuo mutamento, caotico, intermittente, di luci e ombre.
THE FLOW raccoglie dei frammenti, in sequenza quasi filmica, dei rapporti unici e sensoriali, che si creano all’interno di ogni famiglia.
Come negli haiku, ogni strip non vuole celebrare il momento, ma testimoniarlo e semplificarlo, lasciando spazio tra le immagini. Un vuoto che si riempie di suggestioni e permette di lasciare libere le emozioni, di rinnovarsi a ogni lettura.
La percezione della nostra realtà famigliare è frutto anche dell’imprevisto che agisce come soggetto capace di condizionarne gli affetti e le dinamiche interne. Le imperfezioni generate dal caso sono viste come tali perché valutate con una lente temporale contemporanea, ma appena allarghiamo il campo di visione, proprio come in fotografia il quadro cambia, l’imperfezione entra nel flusso di un disegno più ampio, e va forse a bilanciare la nostra presunta coscienza razionale.
La scelta del mezzo espressivo di prelievo del reale (una toy camera), non poteva escludere pertanto l’accidente temporale, ma anzi renderlo parte integrante della composizione fotografica, che si caratterizza di elementi grafici inediti, costituenti di un legame narrativo tra le immagini unico ed imprevedibile, una serendipity del vedere, una esplorazione erratica del conosciuto. Uno strappo nel velo dell’apparenza che rivela realtà offuscate dalla consuetudine.
Commenti 9
Mi piace il titolo che incuriosisce e prelude a delle aspettative. Apprezzo ancora di più lo scritto che accompagna il lavoro, che condivido pienamente.
Le immagini, non posso dire le inquadrature, che pubblichi sono intriganti e di grande effetto coloristico, ma proprio per, come dici, aver utilizzato una 'toy camera', mi chiedo dove sia il confine tra l'intenzione e la casualità.
E qui mi fermo perché il discorso cadrebbe nel solito cliché di cos'è la fotografia etc. etc. etc.
Lo ritengo un bel divertissement. Etta Lisa Basaldella
Complimenti!
Mi piacciono le foto di Carlo Chiapponi perché sono pensate, costruite, sapientemente messe a punto usando nel modo più appropriato la tecnica scelta.
• Inquietudine
• Colori
• Tecnica.
L’inquietudine credo sia data sia dalla scelta delle inquadrature, non bene definite, che lasciano spazio alla fantasia di cercare un proseguo delle forme oltre i confini dell’immagine e, soprattutto, dentro gli spazi scuri presenti nella composizione.
L’uso dei colori l’ho percepito con piacere in quanto ha creato un contrasto evidente con il primo messaggio ricevuto. Una sorta di agrodolce ben riuscito. I colori permettono inoltre di mantenere il messaggio di inquietudine (almeno quello che ho provato io) senza far diventare tetra la composizione.
La tecnica è originale e bene si sposta con la voglia di raccontare un qualcosa. Aiuta a generare una prospettiva temporale.
Complimenti!!!!
L'autore in questo caso è stato un vero attivatore di processo, perché le variabili in gioco erano molte, dalla scelta della pellicola, l'avanzamento parziale del film, i colpi di flash e i punti di ripresa. Il tutto si è fuso in maniera convincente coerente con quanto descritto dall'autore.
Un forte impatto emotivo ! Complimenti !
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