Microcatastrofi familiari
Microcatastrofi familiari è una selezione di scatti fotografici (appartenenti ad una serie analogica che testimonia fatti realmente accaduti, accaduti però in un sogno e non per questo meno partecipati e dolorosi) sul tema domestico della convivenza declinato con apparente, crudele impersonalità e anaffettività, ma proprio per una ridefinizione antiretorica della stessa affettività.
Uno dei maggiori tradimenti delle immagini in generale mi appare infatti la strumentalizzazione dell’affetto e delle emozioni a fini seduttivi, la messa in scena di forme persuasive edulcorate, infinita riproposta di situazioni familiari tranquillizzanti o falsamente pacificatorie. Standard esistenziali, stereotipi comportamentali danno origine ad obsolete relazioni, inaccettabili ruoli, angelo del focolare domestico, o ad improbabili spazi illusoriamente accoglienti, casa dolce casa!
Da qui l’indagine sull’anaffettività che utilizzo nei miei progetti come deterrente all’inganno, alla trappola emotiva solitamente preparata dall’artista per costringere all’assoluta immedesimazione con ciò che propone, meglio, impone.
Elaboro allora strategie di raffreddamento che scongiurano un ingenuo e subìto coinvolgimento, attivo filtri dissuasori che permettono di riappropriarsi di una critica visione.
Scongiurare meccaniche relazioni esistenziali. Raramente ci si prende personalmente cura di qualcuno o qualche cosa se non per interposto modello storicamente codificato, passivamente accettato, ma spesso svuotato di senso. Quotidiane passioni socialmente corrette, addomesticate e ridimensionate.
Attualmente sto sviluppando alcune riflessioni sugli umani tradimenti degli amorosi affetti, generalmente gestiti secondo ritualità standard assicurate nella loro efficacia di risultato solo dalla tradizione, quando, invece, comunicare amore non può che essere esperienza personale rischiosa proprio perché non prevedibile e quindi non garantita.
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