dependency # 15
GIOVANNI PRESUTTI
Dependency
Il mondo che viene a delinearsi richiede di essere esplorato con linguaggi
artistici differenti, nell’ambizione di cogliere in profondità le più estreme
frontiere del reale. La fotografia italiana degli ultimi vent'anni sta
rinnovando il suo atteggiamento nei confronti di una realtà in continua
evoluzione, distaccandosi dai cliché del passato e maturando nuovi impulsi
che oggi trovano opportunità d'espressione proprio nel mezzo fotografico.
Ironia e spiazzamento, strategie di comunicazione sempre più diffuse nella
cultura attuale, sono quelle scelte da Giovanni Presutti in Dependency,
opere fotografiche che riflettono sulla dipendenza come strumento di
sopravvivenza alla vita contemporanea.
Con grande capacità di sintesi l'autore restituisce un ritratto veritiero
della nostra società, facendoci sorridere di fronte alle singole immagini, ma
soprattutto favorendo un'accurata riflessione d'insieme sull'uomo che,
attraverso un eccesso di comportamenti e la conseguente assuefazione,
mette a nudo le proprie debolezze, quella fragilità di fondo che nonostante
cerchi di mascherare si delinea come suo tratto distintivo. L'autore è capace
di penetrare nel vivo di una situazione restituendo informazioni su chi
siamo e su ciò che contraddistingue l'epoca odierna. Dopotutto la fotografia
continua a rimanere un racconto di luoghi e di persone, di continue e
sistematiche esplorazioni intorno a una realtà in continua mutazione.
Che siano le medicine o il fumo, l'alcol o la televisione, il sesso oppure
lo shopping, non importa, ognuno ha la propria dipendenza, un'occupazione
ossessiva che si manifesta in modo compulsivo, da leggersi come un
campanello d'allarme, il sintomo d'esordio di un malessere che aleggia sul
singolo e si estende sull'intera società. Presutti però non sceglie l'approccio
drammatico, non vuole appesantire il discorso come invece fanno alcuni
fotografi della sua generazione, non c'è retorica nelle sue fotografie, il suo
sguardo è ironico ma profondo, divertito ma critico, le immagini sono
impaginate con grande rigore e pulizia, i colori, dove presenti, sono accesi e
calibrati in modo da guidare lo sguardo del fruitore sugli aspetti più
significativi.
Il linguaggio utilizzato da Presutti è affine a quello della moda e della
pubblicità, entra nel dibattito sociale senza enfasi come Oliviero Toscani in
alcune sue celebri fotografie, privo però di quello stile dissacrante a tutti i
costi. Mette in scena i suoi sogni, le idee e gli incubi come fa Maurizio
Cattelan nel progetto editoriale Toilet Paper attraverso l'obiettivo di
Pierpaolo Ferrari. A Giovanni Presutti piace divertirsi con le immagini
costruendo senza timore un collegamento tra fotografia commerciale e arte.
Luca Panaro
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