CaMAOuflage
Nello specifico, la presenza dell’opera, che si manifesta attraverso il gioco di parole, anche ludico, al cui interno s’inserisce il nome di Mao (così che Camouflage diventa CaMAOuflage), vuole essere la visione di una certa realtà che nel suo camuffarsi diventa e rimane comunque presenza. Ovviamente questo focus non ha, e non vuole avere, nulla d’indagatorio, di critico o di speculativo, poiché ogni realtà può e deve sviscerarsi attraverso i meccanismi e gli ambiti culturali che gli sono propri e inequivocabilmente congeniali.
Pertanto, se il camuffamento non diventa soltanto un alibi per evitare l’interazione con la propria realtà, può allora anch’esso contribuire all’evoluzione di qualunque situazione e avvenimento, proprio come accade ad alcune specie animali, che per utilità al proprio percorso di sopravvivenza si adeguano a nuovi itinerari di strategia visiva e comunicativa.
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