Profondo familliare
Da sempre nucleo fondamentale dell’organizzazione della società, la famiglia è un’entità in divenire. Teatro di unioni, separazioni, passaggi, la famiglia contemporanea è un territorio flessibile e creativo, lontano da un paradigma uniformizzante che non riesce più a costituire un orizzonte di senso universale.
Questo progetto fotografico indaga e racconta sottovoce una geografia degli affetti in cui lo spazio intimo è attraversato da flussi e da persone, si trasforma nel tempo, evolve dando a ognuno la possibilità di affermare la propria individualità. Famiglie allargate, in cui il legame di sangue non basta più a definire il campo familiare, o costituite unicamente da una coppia, da due persone che costruiscono, inventano e reinventano la famiglia. O ancora una persona sola che, nel ventre del prezioso spazio domestico, saluta familiari nell’atto di partire o ne attende altri che arriveranno.
Le fotografie rappresentano spazi che raccontano storie, ma senza imporne il contenuto. Le immagini suggeriscono, lasciano la possibilità di inventarne una o più, come agli individui viene lasciata la libertà di coltivare il proprio essere e alle famiglie di costruire la propria identità. Interrogano spazi fatti di comunicazione ma anche di silenzio, di contatto fisico o di solitudine, di gioco e di riposo.
Le finestre sono il filo rosso di questo viaggio alla scoperta del profondo familiare. Interfaccia simbolica e fisica tra mondo intimo ed esterno, costituiscono una frontiera porosa, attraversata nei due sensi. Se lo sguardo dei soggetti fotografati è spesso rivolto all’orizzonte, materia indefinita fatta di possibilità e di scelte, in altri scatti è l’osservatore che, in una postura complementare e inversa a quella della finestra sul cortile, si trova a sbirciare, non senza una nota di voyerismo, nella sfera privata. In quello spazio fatto d’intimità e calore che chiamiamo casa.
Commenti 1
Inserisci commento