NOTTE DI KAULONIA
Durante il viaggio, Clete, fu sorpresa da una tempesta e spinta dalla corrente approdò sulle spiagge del Promontorio Cocinto, dove fondò la città di Cleta.
Clete e tutte le sue discendenti che ne ereditarono il nome regnarono fino all’arrivo dei Crotoniati che distrussero la città e uccisero l’ultima regina.
Successivamente Kaulo, discendente dell’ultima regina Clete, riconquistò la città dandole il nome di Kaulonia.
L’opera si ispira al racconto mitologico, immaginando la notte della fondazione di Kaulonia, in una composizione che tuttavia intende rappresentare un collegamento tra componenti antiche e moderne.
La stanza al centro della composizione rappresenta infatti uno spazio inteso come dimensione intermedia, rispetto a cui convergono due dimensioni temporali, l’antico e il moderno.
Al centro della composizione sono rappresentati due infanti che giocano seduti sul pavimento dove è posto il mosaico del drakon.
Il bambino che rivolge lo sguardo verso l’alto in direzione del carro del sole raffigura Kaulo, mentre l’altra figura rappresenta metaforicamente la stessa Kaulonia. L’indicazione fatta da Kaulo descrive il momento cruciale, quello della nascita di Kaulonia, salutata dal sorgere del sole.
In secondo piano, sulla soglia di una porta che apre su una città in costruzione, l’amazzone Clete rivolge lo sguardo verso il futuro.
Dalle aperture laterali della stanza è visibile invece la storia attuale di Kaulonia, dalla piccola finestra infatti le luci del faro di Punta Stilo illuminano il cielo e dominano il promontorio, mentre l’acqua del mare spinta dal vento invade la stanza. Come oggi fa il Mar Ionio che inesorabile devasta l’area archeologica di Kaulonia (attuale Monasterace).
SALVATE KAULONIA…..
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