Omaggio a Cesare Pavese
L'opera va vista come se si fosse nei panni dello scrittore sul piano del suo scrittoio.
Nella mano sinistra tiene pagine di poesie di un Cesare Pavese giovane agli inizi della carriera, che però sono arse ai bordi per simboleggiare una gioventù bruciata troppo velocemente e una vita troppo breve. Insieme alle poesie l'ultimo e più famoso dei suoi romanzi "La luna e i falò" pubblicato nel 1950, anno della sua morte, che presenta elementi autobiografici e racconta episodi della vita e dei personaggi di un paese della valle del Belbo che non viene mai nominato ma che è proprio il suo paese natale: Santo Stefano Belbo.
La mano destra invece sta scrivendo l'ultima lettera prima del suo suicidio. Documento conclusivo della vita e della carriera letteraria di Pavese.
Il colore marrone bruciato delle braccia che sembrano arse da un fuoco, simboleggia la corrosione interiore del dolore. Mentre le sfumature d'oro esaltano il valore e la preziosità delle mani e quindi la loro importanza per lo scrittore.
Sul piano insieme alle poesie è appoggiata la pipa, oggetto status symbol da cui non si separava mai.
Barbara Ghisi.
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