Il mio argine
a questo mio vivere a stento
silenzi di pensieri
ad impedirmi parole
e labbra
tagliate di sguardi
ad impedirmi d’assaporar
della tua bocca
ciò che ai miei occhi piace
a marginare quei respiri
incrociati con mugolii di vizzi
che la tua nuda pelle reclamava
quando mi accoglievi nel tuo argine
come fiume
dirottato dal vento
come senso disperso
nella follia del mio volerti
resto sospeso in questa danza
intrappolato dai sensi
nel tedio incurabile
che aspetta un tuo bacio
e il tuo tormentato assenso
che mi faccia
rinascere in voce
Turan |
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