1+1=UNA MÁS
Ricordiamo per un attimo il “nastro” in pietra che si avvolge (o si libera?) attorno alla grande Colonna dei Fori Romani raccontando le gesta dell ́Imperatore Traiano, e immaginiamo ora un grande specchio al suo fianco: Cortocircuitare l ́ordine della storia sdoppiandone l ́immagine
e moltiplicando i significati in un gioco ambiguo in cui ci si sente quasi osservati. “Invertendo la fruizione l ́opera ti osserva”, sosteneva l ́amato Fausto Melotti.
Il susseguirsi delle immagini, convulse e aritmiche è accompagnato da una colonna sonora minimal-salmodiante di derivazione impressionista che favorisce, sommandosi allo sdoppiamento dell ́immagine, una sorta di raddoppiamento dello spazio sensoriale/emotivo spingendoci quasi verso l ́ipnosi. Una messa in questione delle “abitudini” dell ́occhio e dell ́orecchio caratterizzata quindi dal cortocircuito simbolico audio/visivo.
L ́approccio concettuale del vedere vedersi, del sentirsi parlare
– elementare proiezione nell ́altro – viene negato a vantaggio della funzione immaginaria per ridiscutere ciò che sembra immutabile:
il senso della verità e la verità del senso.
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