si intitola Araucarie, in quanto due speci di quasta familia di conifere sono raffigurate nel quadro. Evolutesi oltre 200 millioni di anni fa, nel continente australe di Gondwana, questi alberi sono spesso selezionate come piante ornamentali nei parchi e giardini in molte zone del mondo. In natura sarebbero ristrette a pochissimi ecosistemi molto distanti fra di loro, in alcuni alotpiani del Cile e certe isole del pacifico meridionale, ma mi è capitato di riscontrarli personalmente sia in Italia, che in Taiwan, che negli Stati Uniti. In qualche maniera il desiderio di certe forme omologa il paesaggio urbano, i legami che legano piante, dispositivi tecnologici e materiali di costruzione vanno sempre più a determinare un cambiamento ambientale epocale e di scala globale. Con Araucarie, come in altri dipinti desidero indagare forme che richiamano esperienze comuni del paesaggio contemporaneo, svelando contrasti e contradizzioni che invitano lo spettatore ad interrogarsi sul suo rapporto con l’ambiente e l’organicità, prendendo atto che il nostro modello abitativo necessità di interventi diffusi e strutturati che incidono formalmente su ogni livello del territorio abitato.
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celeste,
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