fronteretro

fronteretro

Questa opera nasce dopo il recupero di un crocefisso devozionale. Di questa opera mi ha colpito la cura dei dettagli, in particolare della schiena e delle natiche. In genere la parte non in vista veniva risolta in modo approssimativo. In questo caso , mentre invece, l’ignoto scultore ha curato in modo particolareggiato anche la parte del crocefisso non visibile al devoto. Interessante la scelta di lasciare il panno leggermente sollevato mostrando una parte delle natiche del Cristo. Questo elemento mi ha ricordato una mia ipotesi sviluppata da bambino: per chi si fosse trovato ai piedi della crocefissione vi era la possibilità concreta di vedere le parti intime del Cristo. Pensiero dal contenuto irriverente, ma anche riverbero di una religiosità popolare che cerca un collegamento e uno scambio tra il quotidiano e il trascendente tramite il coinvolgimento dei sensi. Anche questa cura esecutiva rivolta dallo scultore alla parte marginale e secondaria del crocefisso ligneo credo sia espressione della necessità di un coinvolgimento emotivo per intrecciare un dialogo con il sacro.
Da parte mia ho portato ad uno stesso piano visivo il fronte e il retro del crocefisso al fine di creare un confronto paritario tra due relazioni religiose diverse e non sempre compatibili, operazione che probabilmente ha aspetti irriverenti e osceni. Il materiale esecutivo scelto è la carta perché leggera, fragile e in oltre supporto per la scrittura.

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