Realizzata per la collettiva “La tavola delle meraviglie”, presso lo Spazio Assabe One di Milano, l’opera è una riflessione sull’emergenza spazzatura e sul surriscaldamento del pianeta. Propone il riutilizzo di rifiuti organici e inorganici al fine di adattare i cicli naturali a un panorama che vede la natura ricoperta da immondizia. Ispirata al Pacific Trash Vortex, l’isola del Pacifico formata da plastica e altri rifiuti e che viene anche chiamata “l’ultimo continente”, è realizzata con materiale plastico, riciclato e modellato attraverso una fiamma, e sale marino. I due materiali, assemblati mediante l’utilizzo di colla vinilica, stucco e cuciture in nylon, evocano la spiaggia e il mare ma i ruoli sono concettualmente ribaltati: il sale è, in realtà, ciò che resta del mare (desertico e asciutto), mentre i frammenti di plastica (costituiti soprattutto dai resti delle bottiglie d’acqua), rappresentano “l’isola di spazzatura” anche se visivamente, per colore e trasparenza, ricordano le onde del mare.
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celeste,
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