La Trilogia del Tempo di al.to
Che forma ha il Tempo? Esiste, forse, qualcosa di tanto oggettivo e soggettivo per ognuno di noi? I significati che esso è in grado di assumere, nel suo continuo ed infinito dispiegarsi, ha dato modo all’arte, alla filosofia e alla scienza di carpirne i particolari più intrinsechi. Il progetto presentato da al.to. è costituito da tre opere, Risultante del passato, Ostaggio del presente, Prigionieri del futuro, che rappresentano La Trilogia del Tempo. Opere che ricostruiscono in maniera psicanalitica un percorso intimista che trova nei tre momenti chiave della vita, passato, presente e futuro, la chiave di volta per ripensarli. Il percorso di ricerca prende avvio sin dalla scelta della tecnica mista di realizzazione. Tutte e tre le opere sono create con elementi lignei di recupero, come a voler valorizzare ciò che il mondo di oggi scarta senza pietà, su cui l’artista ha dipinto, in maniera simbolica, elementi che riportano ad una scala di valori universali, atti a sottolineare una sorta di esorcizzazione del passare inesorabile del tempo. La volontà di affrontare questa complessa e atavica tematica, non si è sviluppata in un unico momento; le tre opere, infatti, nascono a distanza di mesi l’una dall’altra e non secondo l’ordine cronologico di passato-presente-futuro, semmai il contrario. Componente essenziale è l’elemento onirico che, in forma geometrizzante, sviluppa dal dipinto Risultante del passato, un volto circondato da astrattismi di pura forma e colore, che paiono prendere il posto di ricordi, esperienze, sogni di un tempo lontano. Gli occhi in primo piano catturano l’osservatore, spingono a entrare nel nostro passato, traslando quelle forme sui nostri ricordi. Ostaggio del presente, in un formato diverso, riporta ancora il coraggioso sfondo bianco, che dà forza alle opere e presenta elementi diversi, spesso inseriti in altre opere dell’artista ma che si rifanno ad aspetti della sua vita extra artistica, ossia quella di ingegnere. Elementi meccanici, decisamente surreali, animano la tavola lignea, dall’alto verso il basso: come un gioco di flipper, una sfera compie un tragitto piuttosto complesso, a metà tra gioco e realtà che rappresenta il quotidiano, capace di trovare, alla fine, gioia e senso. La scena continua ed altri elementi fantastici trovano spazio, dei fiori stilizzati in forma di spirale che sembrano aquiloni e ancora un palazzo e un mare indistinto abitato da ninfee geometriche, anch’esse ritornate da altri dipinti. È un presente ampio, da cui scaturiscono fattori quotidiani ma che d’altronde, per le leggi dell’universo, legano l’animo all’hic et nunc. La terza opera, Prigionieri del futuro, amplia questo discorso, mettendo in forma il concetto per il quale non vi è possibilità di vivere oltre il tempo che è concesso dal destino, ad ognuno di noi. Una strana figurina è al centro della tavola, tra due spazi distinti, che possono essere letti come sogni da realizzare e quello che il tempo degli obblighi della vita di tutti i giorni potrebbe non permettere mai. Il soggetto reale di questa Trilogia è, in realtà, l’istrionismo del tempo e del rapporto che l’uomo vive con esso. Il tempo ingabbia l’animo e il corpo umani, non in grado di travalicarlo, se non entro certi limiti, già designati. Tuttavia, da sempre, l’uomo ha tentato con i propri mezzi, di cristallizzare attimi fuggenti, figli di un tempo effimero e fuggevole che spesso passa attraverso l’umana inconsapevolezza. La Trilogia di al.to., realizzata con materiali di recupero scongiura l’invecchiamento delle cose e degli uomini e riscatta ciò che il mondo ha rifiutato. Un progetto realizzato nel 2013 che, restando in tema, trova una sua continua attualità.
Commenti 0
Inserisci commento