Il Pifferaio di Hamelin
L'opera costituisce un oggetto scenico nel “Pifferaio di Hamelin, sette quadri in musica” (testo di Alessandro Baracco e Emilio Checchini, musiche composte dalla classe di composizione "Musica in Ricerca" di Andrea Portera) manifestazione artistica che ha come finalità un armoniosa sintesi di molteplici linguaggi espressivi.
Questa a sua volta fa parte dal più ampio progetto “DmC Ensemble” attivo all'interno della vivace cornice della Scuola di Musica di Fiesole.
La figura del pifferaio trae origine dal subconscio.
È una creatura nata dall'intento collettivo; è alimentata dalle paure dei singoli individui.
È l'oggettivazione di uno scenario immateriale la cui dimensione trascende il visibile e trova diretta espressione in linguaggi quali il suono; si definisce in un architettura creata con endecasillabi.
Attraverso questo binomio immateriale, si crea un oggetto a sua volta immateriale. Sebbene si tratti di un entità antropomorfa, non è classificabile come umana: è musica.
È tutti e nessuno. È rappresentazione ubiqua di un immagine plasmata dai suoni, la cui funzione è essenza di se stessa.
Il flauto è sia simbolo che spirito, è funzione e soggetto.
Lo sorregge una sottile struttura scolpita dal suono intorno al vuoto della materia.
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