Penelope

Penelope

progetto dal nome " Penelope" di tre opere 140 x 140 cm

Individuo e paesaggio. Non è dato un nuovo confine umano, il fine perdura invariabilmente uguale a se stesso: l'intesa tra uomo e natura.
L’uomo fa dell’urbano il suo paesaggio, area di convivenza e sopportazione. I ricordi del luogo naturale divengono rarefatti, spesso arcadici. La complessità esplode nella sua rappresentazione dell’evidenza.
E’ il ritorno ad una nuova forma di sopravvivenza che si re-inventa dalle disposizioni ispirate dal nuovo luogo urbano. L’uomo s’inventa nuovo uomo, agisce in spazi inviolati, appende, si assenta… riflette.
Attivo nella sua contemporaneità, cerca una giustificazione plausibile che lo possa mettere in risonanza e completa fusione con l’ambiente primordiale, evanescente nella sua lontananza. Il luogo nuovo lo sovrasta, lo annienta, lo ingloba nutrendosene. Il dominio oramai è perdutamente e irrimediabilmente urbano: non più coesione classica e armoniosa tra uomo e natura ma disgregazione e ricomposizione.
La Domus attraverso i suoi elementi superflui interni diviene filamento essenziale per il nuovo legame tra paesaggio reale, naturale e uomo. Si raggiungerà un compromesso ma la neocondivisione cerebrale e senza viscere, non produrrà appartenenza. Corpo e spazio agiranno, (re)agiranno e il nuovo luogo sarà praticabile pur nella sua impalpabile impraticabilità.

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