Disegno
Gli specchi sottoposti alla gestualità ripetuta ed intensa dell’artista subiscono come una lenta erosione, distruggendosi nel momento stesso in cui vengono trasferiti sul cartoncino. La risultanza è la traduzione di un oggetto attraverso un intervento dell’artista dalle sfumature performative, che dona alla carta una nuova forza espressiva: la caratteristica riflessione che contraddistingue lo specchio viene trasmessa anche alla sua copia, rendendola autonoma.
Grazie a queste opere ci si trova davanti alla propria immagine sfocata, ma frutto di un intimo incontro tra un oggetto dalle mutevoli sfaccettature e la propria presenza. In questo momento di riconoscimento si ha la certezza di non potersi liberare dalla categoria dell’essere che ci costringe allo stesso modo ad affacciarci alla società e lasciare che la nostra immagine venga mistificata, gradita o giudicata. Allo specchio si ha infatti l’esperienza di un io che guarda e di un me guardato che risulta diverso dal me atteso: in questo istante di fragilità riflettiamo sul nostro essere in maniera inattesa.
Serena Trinchero
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