L'intento di questo lavoro è quello di divulgare una narrazione estetica di un concetto che si fa oratore prosaico d’una condizione culturale ormai prossima all’epilogo. Quell’ amore perverso che per anni ci ha spinto a confidare nel conferire alla televisione il primato divulgativo sulla presa coscienza del mondo, dal marketing alla politica, dall'informazione artistica a quella culinaria, dall'intrattenimento scientifico-culturale al semplice svago, e da come questa si impadronì di gran parte della sfera temporale e interattiva in ambito casalingo ed esterno. Coronandosi con un accenno di propensione alla volgarità, tipico del discorso televisivo, risulta interessante il parallelismo tra il rapporto di procreazione fisica e quello culturale ritrovatisi connessi nella manifestazione orgasmica, nell’espletamento di un impulso oramai necrofilo che si esaurisce nell’unirsi ad un S-oggetto ormai danneggiato, spento e incapace d’esprimersi.
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celeste,
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