Caro cardo salutis
"Caro Cardo Salutis" è l’ultima di una serie di opere che ho realizzato con un intento ben preciso: sfruttare l’infinita apertura della dimensione artistica per invitare il fruitore ad una riflessione sulla condizione umana e sulle proprie responsabilità in qualità di uomo. Molto brevemente, vedendo il volto sofferente e stupito della Madonna, unitamente alla postura, siamo immediatamente partecipi della sua sofferenza; si arriva a questo stato non tramite un ragionamento di tipo inferenziale, ma come le neuro-scienze dimostrano tramite il corpo, semplificando - a costo di banalizzare - c’è una parte del nostro “cervello motorio” che, attivandosi in una modalità simulativa, ci proietta in un orizzonte dove si realizza una sorta di identità tra noi e la Madonna, ed è come se fossimo noi stessi a soffrire e a patire quella inaudita violenza in prima persona, al punto che ci si chiede chi possa essere quel mostro che ha osato fare questo alla Vergine, chi può essere così cinico da infliggere una così ingiusta pena alla Madonna? Ricordo che conosciamo quella sofferenza perché la stiamo vivendo esperienzialmente, anche se sotto un livello di soglia cosciente. Quello sguardo è il nostro sguardo, e quella punta di stupore che spero di aver colto rappresenta la nostra reazione alla fredda risposta alla domanda che ci siamo posti poc'anzi; già, perché siamo proprio noi i mostri che materialmente stanno colpendo la Madonna, gli squarci e gli schizzi di sangue sono stati realizzati con un machete e una tecnica che consiste nel lanciare del colore con un pennello con un gesto non diverso da quello che useremmo se dovessimo dare delle frustate. Ora, recentissimi studi neuroscientifici sui lavori di L. Fontana, J. Pollock e altri artisti hanno dimostrato che nel momento stesso in cui osserviamo quegli squarci - rigorosamente dal vivo e ad una distanza pari al nostro spazio di lavoro - a livello nervoso stiamo simulando il gesto artistico che li ha prodotti rendendoci, sia pure ad un livello implicito, gli spietati aggressori.
Quindi lo sguardo della Madonna rappresenta il nostro sguardo che soffre il dolore della pena e che si stupisce nel riconoscersi responsabile di così tanta malvagità. Il mio intento è realizzare un cortocircuito nel fruitore dell’opera, in modo da poter suggerire una riflessione.
"Caro Cardo Salutis" è una celebre frase di Tertulliano che significa: la carne è il cardine della salvezza. Ho scelto questo titolo proprio perché, come ho accennato all’inizio, l’opera rappresenta il tentativo di stimolare una riflessione sulle nostre responsabilità in qualità di uomini sulle violazioni dei diritti umani che ancora oggi si consumano nel mondo e che ci vedono tutti comunque responsabili, sia pure a livelli diversi. La comprensione della nostra responsabilità non deriva da un ragionamento, non è tramite il linguaggio che possiamo arrivare a ciò ma tramite il corpo che diventa la chiave per poter sperare nella salvezza. La Madonna che ho scelto di rappresentare infatti è molto carnale, ha le mani di una donna che lavora, il corpo di chi vive e abita il mondo: una Madonna che patisce con noi e per noi.
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