Autoritratto a trent'anni
" [...] E poi nel frattempo stanno a vantarsi d'essere riusciti a disfarsene della loro pena, ma tutti sanno che non è vero niente e che se la sono tenuta bella in caldo tutta per loro. Dal momento che si diventa sempre più brutti e ripugnanti in quel gioco quando si invecchia, non si riesce nemmeno più a dissimularla la propria pena, il fallimento, si finisce per avere la faccia piena di quella brutta smorfia che impiega venti, trent'anni e più a risalire finalmente dal ventre alla faccia: è a questo che serve, a questo soltanto, un uomo, una smorfia, che lui ci mette una vita a confezionarsi e ancora non gli riesce sempre di portarla a termine tanto è pesante e complicata la smorfia che bisognerebbe fare per esprimere la propria vera anima senza nulla perdere [...]."
(Céline, Viaggio al termine della notte)
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