RUOTA - VASO - SEDIA
In questo caso la forma del vaso è emersa; infatti, ho iniziato a lavorare volendo che ci fosse una specie di imbuto con l’apertura circolare a filo della seduta della sedia, ma c’era qualcosa che non funzionava nella scala tra gli elementi e nelle proporzioni e relazioni di pesi e misure; quindi poco per volta e con sincronicità l’immagine-sensazione-suono
è lievitata e si è configurata come la vedete. La ruota, poi, ha una postura particolare: sembra una creatura che con le mani giunte prega e nello stesso tempo potrebbe essere un tale che dona o lancia, stendendo le braccia, la ruota. E questa azione è rivolta all’abitante del vaso, abitante evanescente, contenuto nella pelle del vaso che suona come la pelle di un tamburo . E’ un’ azione rivolta in un nessun-luogo, luogo dove tutti i luoghi si ritrovano e banchettano.
Il mostrare le apparecchiature denudate è un defunzionalizzare per rendere scultura quello che non è; e, comunque, risponde alla mia idea che ci sia una parte che desti senso di pericolo e, anche, senso di accadimento imminente, con questi fili, circuiti e parti che quasi vanno connotando lo sforzo per adempiere alla loro funzione.
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