"A≠A"
A diverso da A è un generatore randomico di identità individuali fittizie. Il dispositivo lavora autonomamente prelevando dati e informazioni da un database di immagini. L’archivio elettronico da cui provengono le immagini è stato costruito a partire dalla traduzione visiva delle categorie e dei dati statistici che insieme definiscono e compongono l’identità dei cittadini australiani secondo l’Australian Bureau of Statistics. Le immagini che il generatore seleziona e mette in relazione sono state attinte esclusivamente dalla rete e sono suddivise in sei classi differenti: popolazione, mappa, abitazione, partiti, reddito, ruolo sociale – non tutte quelle prese in considerazione dal sistema statistico amministrativo australiano, ma quelle più rilevanti per la costruzione di una rappresentazione identitaria.
Ogni classe è costituita da cento unità, scelte in base ai dati statistici forniti dall’Australian Bureau of Statistics nel 2012. La categoria dei ritratti, ad esempio, consiste in una traduzione visiva che incrocia i dati percentuali relativi alle fasce di età della popolazione, con quelli relativi al sesso e all’etnia di origine dichiarata. La ricerca di immagini, in questo caso, è stata effettuata consultando siti per la raccolta e la condivisione di fotografie di famiglia e archivi delle testate giornalistiche locali, così da ottenere materiale relativo sia alla memoria pubblica che privata. Allo stesso modo le vedute aeree prese da google maps si basano sulle analisi della distribuzione della popolazione sul territorio, e contiene immagini selezionate sia a partire dalla suddivisione in stati federativi, che dalle differenti tipologie di contesto abitativo – costa/entroterra, ambiente urbano/extraurbano.
Delle sei classi prese in considerazione, quella legata al ruolo sociale descrive una forma d’eccezione e vuole essere un simulacro del fondamento dell’identità, ossia del riconoscimento sociale. In questo caso sono state selezionate una serie di schermate, prese da twitter, che rappresentano quantità diverse di follower. In altre parole questa categoria determina, attraverso un numero variabile, ruoli identitari di diversa importanza all’interno del sistema sociale.
L’architettura di tutto il progetto si affida alla metodologia statistica, ma prova nello stesso tempo a metterla in discussione quale strumento privilegiato per la lettura del mondo: lo spettatore è invitato a interrogarsi sulle relazioni di potere connesse a un modello di rappresentazione della realtà solo in apparenza freddo, equo e disinteressato. Come ricorda Foucault, la scelta di includere o escludere, proibire o mostrare, è sempre legata ai principi assunti da un’epoca specifica ed è connessa al desiderio di affermazione.
Il lavoro è nato e si è sviluppato a partire da sollecitazioni differenti ma complementari: da un lato una motivazione personale – sono a un tempo cittadina italiana e australiana -, dall’altro, la ricerca sul tema dell’identità come costrutto immaginario approfondita da autori come Benedict Anderson e Francesco Remotti, e lo studio dei sistemi di potere peculiari della società contemporanea condotto dal filosofo Giorgio Agamben; ancora, l’esperienza artistica della critica istituzionale, e in particolare la riflessione di Hans Haacke sul ruolo dell’artista, sulla sua funzione sociale e sul valore politico delle istituzioni museali e archivistiche.
Il dispositivo viene installato avvalendosi di un i-pad come supporto, per riproporre l’interazione suggerita e allo stesso tempo negata che connota lo strumento statistico e con esso le modalità di relazione tra istituzioni e popolazione, e per suggerire un ulteriore livello di riflessione legato alle implicazioni del modus di presentazione del lavoro stesso.
Esso amplifica ulteriormente il meccanismo di affermazione e sovversione costante che anima tutto il progetto, inserisce un ulteriore dispositivo che a sua volta è apparentemente libero perché legato alla rete ma allo stesso tempo analogamente influenzato dai sistemi di potere, obiettivo perché automatico nei processi di generazione di identità ma soggettivo nei criteri di determinazione di queste e strumento digitale ma allo stesso tempo esposto a parete come oggetto bidimensionale.
http://www.nicolaleck.com/cartella/?p=910
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