Nigredo
Corpi e volti che fluiscono come nebbia. Ombre senza nome e senza storia.
Elementi inquieti che si espandono senza direzione né soluzione di continuità.
Folle anonime e amorfe che alterano i lineamenti convenzionali della città.
Città che, anche se sostanzialmente immutate nella forma, non riescono a trattenere la propria anima oscura. Esse finiscono per perdere definizione e consistenza. Sommerse in questo mare di esalazioni illusorie. Una dimensione di protezione che si trasforma in spazio di alienazione. Nulla è più familiare, ma ogni cosa diviene estranea, aliena. Un latente tremore.
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