Privacy Street
Scatti rubati alla città, ai volti della gente, alla linfa vitale di una comunità.
Privacy Street propone una provocatoria riflessione sul ‘diritto di scatto’, sulla questione della disciplina legale della fotografia di persone in luoghi pubblici e la possibilità di utilizzare le immagini della vita di una collettività.
Eppure gli artisti della ‘Street Photography’, il fotoreportage sociale, nato in America e in Francia e diffuso in tutto il mondo, ha prodotto delle straordinarie storie visive che sono state raccontate da William Klein, Robert Frank, Eugene Smith, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, per citare solo i più pubblicati. ‘La Privacy è un concetto astratto, regolamentato da una legge estremamente restrittiva per chi come me, percorre continuamente le strade e reagisce con un
“click” ad ogni stimolo. Il materiale acquisito tra i vicoli della mia città, non è sempre utilizzabile a causa della Legge sul diritto alla Privacy. Nonostante si potrebbe rendere il proprio scatto originale e unico tanto da poter vantare i diritti
dell’opera d’arte, il fotografo non è preservato da eventuali azioni legali’.
La fotografia di strada, ci ha mostrato come erano i nostri genitori, come era la vita e il costume negli anni, cosa si tramanderà alle generazioni future?
Nella società del Grande Fratello le violazioni del diritto alla privacy vengono costantemente e continuamente disattese dalle miriadi di telecamere, cellulari, navigatori e da tutto ciò che può attestare la nostra presenza fisica in un luogo
definito in un’ora definita.
Privacy Street è un modo per accendere il dibattito sulla questione, una modalità per dimostrare che non bisogna abbassare l’attenzione su una questione, sempre attuale, ma ad oggi senza garanzie se non quella di una liberatoria.
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