Macchina
Denuncia del consumismo, della religione cieca, della cultura se intesa solo come sterile possesso di libri, dello sfruttamento dell’ambiente, della sua flora e della sua fauna: l’uomo, solo, va. Non si sa bene dove ma cammina, come un moderno telamone, schiacciato dal peso delle sue stesse prevaricazioni e possessi.
china , matita e colori acrilici su cartone, rigorosamente riciclato, e a volte legno. Un ritorno alla materia nell’uso della superficie, trattata come se fosse una scultura, un bassorilievo, togliendo gli strati superficiali del supporto, ma anche un richiamo al digitale, nella scelta di un disegno pulito, essenziale, dove spesso basta la sola linea di contorno a dare l’immagine voluta. Un lavoro che procede, potremmo dire, per ‘sottrazione’ delle superfici, sfruttando la complessità interna di un materiale ‘povero’, abbandonato e tornato a nuova, illustre e imprevista, vita. Il risultato è uno sfondo la cui levigatezza, alternata all’appena sottostante ruvidezza, appare quinta ideale ai soggetti.
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