Ritual for Hamlet
Work in progress 2001 / 2013
Atto unico in tre quadri per Performer e Video Installazione
Studio Performatico
sull'Amleto di W. Shakespeare
di e con
Mataro da Vergato
Comunicato stampa
Questo lavoro nasce da un working progress svolto dall'Artista Performer Mataro da Vergato in relazione a:
1) Al personaggio teatrale dell'Amleto shakespeariano
2) Ai "Gender Sessuali" o " Identità di Genere" (Maschile - Femminile - Neutro)
3) Al "Crossdressing"(Travestimento), quale forma destabilizzante e di contestazione del potere
Nel primo quadro l'Amleto/Neutro usa il travestimento per entrare
nei modelli di genere e nei conflitti generati dai gender familiari
rappresentati dal Padre e dalla Madre,fino ad arrivare alla scelta
della propria identità di personaggio :
ESSERE O NON ESSERE
Nel secondo quadro l'Amleto/Attore diventa il teatro nel teatro,
la scena come travestimento emozionale del personaggio:
ESSERE NELL'ESSERE
Nella terza parte l'Amleto/Ofelia usa la follia come travestimento della ragione,
un portofranco dove "poter riparare dalle tempeste della vita che alle volte ci rovesciano".
E nella vera o presunta follia rimanere ancorati ai propri sogni come ai giochi d'infanzia,
quale unica realtà "umana" contro la disumanità degli adulti:
ESSERE SENZA ESSERE
Il primo è l'Amleto del dubbio e dell'ambiguità di genere, che attraverso il conflitto
Madre = Tradimento e Padre = Vendetta, passa e si confronta con la tentazione seduttiva
della carne della prima e poi con l'onore ferito e la violenza del guerriero del secondo.
Solo nella scelta di sè stesso e di quel che si è, troverà quella chiarezza e quella
fiducia che lo porterà verso l'altro da sè e verso il suo destino segnato dalla natura dell'uomo.
Il secondo è l'Amleto del teatro come catarsi, come cerimonia per una verità che deve "apparire"
per arrivare al cuore del mondo. L'attore/sacerdote che attraverso la scena rito,
compie il miracolo dell'emozione/manifestazione.
Il terzo è l'Amleto dello straniamento mentale e che per paura tenta di odiare tutto ciò che ama
e che si offre alla morte per rispetto nobile alla vita;
diventando Ofelia, con la sua follia vera, canta proprio l'inganno dell'amore/vita e dell'odio/morte.
Il gioco tra la "realtà" teatrale del performer e la " realtà virtuale" dell'immagine video,
con cui il performer interloquisce, sostiene il segno androgino della finzione scenica
e il ritmo impalpabile della verità narrativa.
Mataro da Vergato
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