Theatrum
L'opera si presenta come un allestimento a parete di centodieci fotocopie A4 ognuna riportante la stessa immagine in uno stadio di dissoluzione differente. Queste “fasi di dissoluzione” sono state ottenute attraverso un sistema di copie a catena che, sfruttando l'errore meccanico di riproduzione, innesca un inesorabile processo di distruzione fotocopia dopo fotocopia.
Il ritratto femminile - un patchwork tratti somatici di differenti soggetti - è stato stampato e fotocopiato, la copia di questa ancora fotocopiata e così via. Ogni passaggio segna un piccolo scarto tra un’immagine e l'altra, questo conduce al progressivo svanimento del soggetto.
Il titolo “Theatrum” fa riferimento al teatro come ambito scenico e drammaturgico della tragedia, ma anche alla sua accezione umanistico-rinascimentale di raccolta e archiviazione. L'ipotesi è quella di produrre un immaginario sospeso tra dimensione privata e universale. Una raccolta di cose, esistenze e vicende ipotetiche, un campionario di avvenimenti mnemonici e psichici.
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