GADGET

Gadget: Oggetto Facente Parte Della Categoria Degli Omaggi Di Un'Azienda Che Deve Avere I Riferimenti Principali All'Azienda.

GADGET e' il risultato finale di un progetto/processo concettuale a più fasi, che vuole mettere in scena il vuoto o il caos esistenziale e condividerne lo stato, rendendo volutamente riconoscibili coloro che - come me - ne sentono gli effetti. Gadget e' un omaggio invisibile della grande Società' contemporanea, al quale ho cercato di dare una forma, allo stesso tempo simbolica e concreta. Il nucleo di GADGET e' partito dalla ricerca di un paradigma capace di rappresentare l'azzeramento del senso, che provoca caos e molto spesso, vuoto. Ho scelto di utilizzare un pilastro culturale: il primo versetto del Vangelo di Giovanni - ("In principio era il Verbo"), già per se stesso oggetto di un dibattito acceso sul significato/significante.
Non solo. Ho scelto di utilizzare il versetto originale in greco antico tradotto in un codice tattile: il linguaggio braille. E della trascrizione braille ho usato il "negativo", la parte concava, quella che non può essere letta. In questo modo si è proceduto ad un azzeramento del senso codificato, non solo in termini concettuali ma anche in termini fisici, tattili, concreti.
Il negativo braille assurge così al paradigma sintetizzato di una Babele postcontemporanea
, macchiata di profanazione e svuotata di ogni connotazione (religiosa, mitica, storica, antropologica), dove il senso non ha lingua per nessuno e la lingua e' senza alcun senso per tutti.
Di qui l'assenza, il Vuoto,
L'installazione GADGET e' costituita da una lastra in resina su cui è stato stampato "il retro", ovvero la parte concava, del verso di Giovanni in alfabeto braille. La parte controbraille e' quella frontale, mentre l'altra rimane completamente piatta. La lastra viene introdotta nell'ambiente espositivo tramite fili invisibili, ad altezza uomo, in modo da essere osservata e toccata in tutti i lati.
Perche' il Vuoto non può più essere ne' visto ne' letto. Soltanto percepito: la lastra esprime una dimensione dove proiettare lo spettatore, come scendere dentro ad una metafora del "negativo del codice". Ovvero offrire una prospettiva dell'interiore e dell'insondabile, che è assolutamente relativa a ciascuno di noi, e per questo motivo priva di ogni forma di codificazione logica.
Come leggere il vuoto, il concavo, il Vuoto.
Dunque, dall'esperienza percettiva e simbolica del Vuoto, l'installazione prevede il suggerimento della condivisione di questo stato emotivo, esistenziale. Il tutto attraverso la distribuzione del gadget: una piastra sottile di alluminio, che può essere indossata a collana (come nelle migliori tradizioni dei gadget per i "brand" commerciali) recante il NO LOGOS, il negativo del versetto in braille.
Al di la' dell'atto provocatorio, l'intento non è quello di creare una casta di azzerati, di svuotati. Ma di lanciare un messaggio di solidarietà:
"Se sei vuoto, fammelo capire. Magari ci colmiamo".
(Francesca Modotti)

L'installazione prevede l'esposizione sospesa della lastra, un angolo gadgets e alcune delle immagini appese alle pareti.

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Commenti 4

Gianpaolo Marchesi
10 anni fa
Bravissima Francesca!
Francesca Modotti
10 anni fa
Ho dimenticato di scrivere nel progetto che il "monolite" e' qui presentato sotto forma di modellino grafico, ma che è' in corso di realizzazione con lo scultore Cristiano Licciardello.
Gianfranco ferlazzo
10 anni fa
Wow...Tutto questo progetto ha a che fare con la parte irriducibile del linguaggio: come se avessi sottoposto il Logos, attraverso una pura medologia strutturalista ,ad una sorta di dissezione sul tavolo chilurgico del senso; una disamina sull'immortalità,sul vuoto sensuale e vertiginoso che dà l'azzeramento...L'azzeramento crea sempre vertigine e la tua è un tipo di vertigine epifanica che da l'lluminazione improvvisa... L'utilizzo di questa frase (che è come un motto ed è anche una bella frase letteraria)- dal sapore trascendente e imperativo dei più perfetti e coerenti dato dalla coincidenza quasi panica fra significante/significato- e che te rendi , con una geniale "cosmesi"
Gianfranco ferlazzo
10 anni fa
,linguistica/artistica ,nell'ordine; criptogramma poetico, vero monolito kubrickiano (in alluminio),moloch contemporaneo-l'ulizzo di questa frase,dicevo, è straordinariamente pertinente a livello concettuale e poeticamente potente ; perchè in fondo noi siamo impastati dal "fango "(Di bibblica memoria:)del linguaggio,il linguaggio ci fà "società" e ci ha resi "significato" affinchè persi nelle stelle potessimo "urlare"munchianamente il nostro "senso" .Empatia completa per il progetto, Francesca ,che adoro ,complimenti...

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