Il folletto dalle sette berrette (Su Pundacciu)

Il folletto dalle sette berrette (Su Pundacciu)

IL FOLLETTO DELLE SETTE BERRETTE

A Sassari viveva un carrettiere, il quale aveva un cavallo che si fermava da solo, perché così
era stato abituato, davanti a tutte le rivendite di vino della città, che allora erano molte.

Zio Giovannino saliva in carrozza, diceva "Trù, cavallo!» e la bestia al trotto. Dopo, diciamo
così, cinquanta passi, il cavallo si fermava, l'uomo scendeva, si beveva un quartino e via!

E se si fermava due secondi in più, il cavallo partiva da solo e si fermava all'altra "stazione".

In questo modo non è che avesse molti clienti.

Una sera quest'uomo si prese una sbronza tale da non reggeresi neppure in piedi. Andò a casa
sua e si coricò; ma non dormì nemmeno un po'. AI mattino, bussò alla finestra un suo compare

di "tazza".

«Compare Giovannino! Allora, non ci svegliamo, stamane?».

«Lasciatemi in pace, compa'! Non ho dormito per niente, stanotte».

«E come mai?».

«Ho bevuto vino cattivo. Ad un certo punto mi si è persino presentato davanti il diavolo: era
piccolo, con sette berrette rosse testa, e s'è messo a ballare sulla mia pancia e mi
sbeffeggiava: e pesava, compare! Pesava come un masso d'un quintale».

Allora il compare gli domandò:

«Ma voi che cosa avete fatto, compare?».

«L’ho mandato in malora! E lui è partito come una scintilla di fuoco».
Il compare s'arrabbiò.

«La fortuna vostra avete mandato in malora, compare! - disse quello non era il diavolo, ma il
"Folletto delle sette berrette"».

«E che cosa significa?».

"Signifìca che in casa vostra c'è un tesoro. Voi dovevate rubargli una delle sette berrette e
dovevate gridare: "Il tesoro è mio, me l'ha dato Dio!". E allora lui vi avrebbe detto dov'è il
tesoro"". L'altro restò stralunato.

«Così mi dite, compare? Ma allora mi prenderò un' altra sbronza questa sera stessa".

«E fate bene, compare. Ma, badate: io non so nulla, capito? Voi a me non avete detto niente,
perché se il "Folletto delle sette berrette" sa che ne avete parlato con me, esce da casa vostra
e non si farà vedere più".

Quello stesso giorno, il carrozziere visitò tutte le rivendite, e il cavallo dovette farsi il giro della
città da solo. E a sera, aveva una di quelle sbronze che ci vollero tre uomini per riportarlo a
casa. Si coricò e aspettò.

A mezzanotte arrivò il "Folletto delle sette berrette", che incominciò a saltargli sulla pancia e a
sbeffeggiarlo. Lui, zitto, lo lasciò fare. Ad un certo punto, scattò di colpo e gli rubò una
berretta. E incominciò a gridare:

«Il tesoro è mio, me l'ha dato Dio!".

Il Folletto si fermò meravigliato. Poi gli disse:

«Me l'hai fatta! E va bene: ora restituiscimi la berretta ed io ti dirò dov'è il tesoro".

«Prima il tesoro e poi la berretta!" rispose.

«D'accordo, ora ti dirò dov'è. Ma tu, come hai fatto a conoscere le parole giuste? Proprio ieri
notte mi avevi mandato in malora. Di' la verità: qualcuno ti ha consigliato, non è così?".

Allora, dalla strada si udì questa voce:

«Badate che vi sta fregando, compare! Non ditegli che ve l'ho detto io!".

Era il compare di "tazza", che si era nascosto dietro la finestra.

Il Folletto si riprese la berretta e sparì

Raccontata da Giovanni Antonio Delogu di Sassari
Da “Sos contos de foghile”, di Francesco Enna

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Commenti 2

Massimiliano  Vacca
10 anni fa
Grazie
Gianpaolo Marchesi
10 anni fa
Bellissima!

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