Piera Di Francesco (Lisetto Sforza e Federica da Montefeltro) - Disforia di genere
Da un’analisi della nostra referenziale e dolente umanità si crea un simbolo estetico che vuole dare un supporto di reale valore a certi messaggi di risonanza umana e sociale.
Lo vuole fare attraverso un’ironica trasmutazione che non intende dissacrare la storia, bensì adoperarla per la sua immensa importanza e il profondo valore, capace quindi di suscitare una consistente ispirazione etica ed estetica.
Il valore dell’arte non si colloca, infatti, nel perimetro di una validità reale quanto nella capacità di esprimere mediamente la vita e ciò che l’accompagna, collocandosi al li là del bello e del brutto, del giusto e dello sbagliato, dell’essere d’accordo o del non condividere.
L’opera in questione diventa l’epigono del classico dualismo tra tesi e antitesi, proponendosi come la consistente combinazione di una simbolica sintesi.
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